“Apollo scoprì l’arte del tiro con l’arco, la medicina e la divinazione” (Platone, Simposio, 197a)
Non un attimo prima del dovuto, non un attimo più tardi, la freccia dev’essere scoccata. Al momento giusto il principe sale sul carro ed entra in azione al comando delle sue truppe. Rapidità, dinamica, movimento, attacco, battaglia, successo. Il successo è frutto dell’azione. Il dovere morale assicura la vittoria.
Ed ora ascoltami bene.
Il carro di Apollo, le sue frecce e la sua musica sono medium, come ogni parola stessa, tra il divino e l’uomo. Dio obliquo e distante, Apollo può portare la morte o la cura. O anche il sapere. Il suo carro da guerra è il veicolo al responso, l’oracolo. Ed il responso è la reazione del consultante all’oracolo, il suo gioco di redini, il suo ordine di battaglia. Il buon divinatore, iniziato alla tradizione e abbondante di esperienza personale, è un medico attento, uditore ed osservatore di parche parole. Auscultando, esaminando colui che domanda egli indovina il responso come anche l’esito della battaglia. L’oracolo è giusto un impulso, un bagliore nel buio per illuminare la notte, la pietra di paragone.
Con la rettitudine dentro di te, non vi è più nulla da temere, né da sperare. Preparato alla battaglia, non conoscerai sconfitta.
Apollo il Signore conduce il carro, auriga regale. I suoi cavalli, animalità impulsiva ed oscura, saranno ben addestrati.